La mente può essere paragonata ad un album fotografico; milioni e milioni di foto e di brevi film della nostra vita, immagazzinati con grande scrupolo. A quale scopo? per garantire la sopravvivenza, gestendo meglio il presente e potendo programmare con maggior certezza il futuro. Quando partiamo per un viaggio in valigia mettiamo tutto ciò che pensiamo possa servirci in modo da evitare gli imprevisti ed essere sempre pronti ad ogni evenienza. Un buon viaggiatore ha sempre una valigia grande. Ecco, la valigia è la mente e, come tutti i bagagli, pesa. Il viaggiatore con la valigia pesante è meno libero di muoversi, non può correre, è più lento nei movimenti, e se la valigia è troppo pesante, rimane fermo.
Così è la mente man mano che la persona vive i propri anni; si appesantisce dei dati raccolti vivendo. Più si va avanti, più la valigia cresce e diviene pesante. E anche noiosa. Sì, perchè la mente ora ci dice tutto. Ha sempre una risposta, sa sempre cosa sta per accadere. Via via che cresce occupa tutti gli spazi, e non rimane più posto per il nuovo, l'imprevedibile, ciò che in verità ci fa sentire vivi. La mente alla lunga annoia perchè è sempre la stessa, sempre prevedibile, sempre uguale. Se registrassimo i nostri pensieri ogni 10 anni scopriremmo che più o meno pensiamo sempre le stesse cose.
La mente è il passato, è ciò che è morto. Non ha nulla a che fare con la vita. Non si vive attraverso la mente, come non si vive vedendo un film o sfogliando un album fotografico.
Se avete compreso ciò, allora forse siete pronti per mettere via le foto e ritornare 'on the road', sulla strada della vita, a percorrere le sue infinite direzioni, senza valigia, aperti al nuovo e allo sconosciuto.
Come fare?
Ecco una bella storia:
Un taglialegna stava lavorando duramente quando improvvisamente apparve uno strano animale che non aveva mai visto. "Ah" disse l'animale, "tu non hai mai visto nulla di simile a me prima d'ora"
Il taglialegna si stupì molto di sentir parlare l'animale.
"E ti sorprendi che io possa parlare..."
Il taglialegna si stupì anche del fatto che l'animale gli leggesse nel pensiero.
"E che io sappia che cosa stai pensando" continuò l'animale.
Guardando bene l'animale, il taglialegna avrebbe voluto acciuffarlo e portarselo a casa
"E così vorresti catturarmi vivo, non è vero?"
Se questo non fosse stato possibile avrebbe potuto colpirlo con l'ascia e poi portarlo a casa.
"E ora vorresti uccidermi" disse l'animale.
Il taglialegna capì che non avrebbe potuto fare assolutamente nulla, visto che l'animale era sempre a conoscenza di quello che egli pensava di fare. Così tornò al lavoro deciso a ignorare l'animale.
"E ora" questi disse, "tu mi abbandoni".
Alla fine, non sapendo cos'altro fare, il taglialegna, rassegnato, riprese l'ascia deciso a non prestare più attenzione a quello strano animale e cominciò ad abbattere gli alberi con grande foga. Mentre faceva questo, senza nessun altro pensiero se non l'ascia e l'albero, la lama dell'ascia si staccò dal manico e colpì a morte l'animale.
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