Nisargadatta dice: "Illustrare e propagare concetti è facile. Abbandonarli è difficile e raro".
La mente è fatta di concetti, immagini mentali che rappresentano il mondo fuori. Quando ad esempio osserviamo una pasta al pomodoro, sappiamo già tutto. Ne conosciamo a priori il gusto, il profumo, le sensazioni che ci sarà. Poco è lasciato al caso, al nuovo. E così, mentre la mangiamo non proviamo quasi nulla, perchè tutto è già stato vissuto, conosciuto.
Il cervello elabora miliardi di sensazioni provenienti dal mondo esterno e costruisce rappresentazioni che serviranno per riconoscere situazioni simili. E' un meccanismo molto evoluto e complesso che serve alla sopravvivenza del corpo-mente.
Il bambino invece è puro perchè ancora non conosce. Per lui il mondo è tutto da scoprire. La sua mente è vergine e bianca come una lavagna. Allora tutto lo stupisce, lo interessa, lo fa gioire. E' la pienezza della vita, sempre nuova, sempre diversa. Eraclito diceva: "non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume" per indicare che la vita muta in continuazione.
Allora, torniamo a quella purezza. Lasciamo andare tutto ciò che conosciamo e avviciniamoci al mondo con l'interesse puro del bambino che vuole conoscere.
Socrate diceva: "Io so di non sapere nulla".
Ecco, iniziamo di lì.
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