Protagora affermava: "L'uomo è la misura di ogni cosa" ad indicare che la percezione del mondo è contigua alla natura di chi percepisce.
Gli psicologi parlano di Agency, ossia della sensazione precisa di essere noi la causa, l'agente, di ogni cosa.
Ma è proprio così? Siamo noi ad afferrare la rosa?
Esperimenti scientifici (il paradigma dello psicologo Libet) hanno dimostrato che la sensazione di essere noi a decidere un'azione giunge dopo che il cervello ha già messo in moto il tutto. Cosa significa? Semplicemente che noi veniamo dopo. L'azione si compie e successivamente appare la sensazione di essere stati noi a compierla.
Questa sensazione ci accompagna sempre, ma è illusoria. Non siamo noi a compiere le azioni, ma così ci appare. Altri esperimenti hanno dimostrato chiaramente che in molte situazioni ci muoviamo verso un oggetto prima di averne preso coscienza. Quindi, di nuovo, chi si è mosso? Questa sicurezza che 'noi siamo' su cosa si basa? Da dove viene?
Non ci interroghiamo mai su questi aspetti. Diamo per scontato che siamo e procediamo oltre, ma stiamo camminando senza il terreno sotto i piedi. Siamo solo un'ombra inconsistente, una nuvola nel cielo che svanisce con un po' di vento. Quando siamo stati concepiti il corpo si è avvolto intorno all'essere senza che intervenisse nessuno. E' la natura stessa che ha agito, così come continua ad agire in ogni istante, nei miliardi di operazioni che avvengono continuamente nel corpo senza che noi ne siamo consapevoli e grazie alle quali siamo vivi. Ci vogliamo occupare della nostra sopravvivenza, quando questa dipende da miliardi di cellule che non sono sotto il nostro controllo. Cosa controlliamo allora? Gli scienziati dicono il 5%. Per me, nulla.
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