L'Intelletto è il pregio e il limite della nostra scienza. Possiamo conoscere tutta la manifestazione ma non chi o che cosa è dietro di essa e la fa essere com'è. Possiamo conoscere il creato ma non il creatore.
Più ci ostiniamo con l'Intelletto a cercare di conoscere i misteri della vita, più rimaniamo impotenti e frustrati, perchè questa conoscenza è totalmente al di là della mente e delle sue facoltà.
Come l'occhio non può vedersi, così la mente non può riconoscere se stessa e conoscere ciò che la origina.
Lo scienziato moderno è giunto ad affermare che il mondo spirituale non esiste e che tutto ciò che noi definiamo tale in realtà viene originato dal corpo. La coscienza stessa è un prodotto del sistema nervoso. Senza il corpo non esiste nulla, non rimane nulla.
Ciò è vero ma solo perchè siamo identificati con il corpo, crediamo di essere tale entità, per cui quando cessa, noi terminiamo perchè convinti di finire, non perchè realmente è così.
Il corpo, cosi come tutta la manifestazione, è un prodotto della coscienza, e non il contrario. Ciò che siamo veramente anima il corpo e lo rende vivo. Ciò che siamo rende brillante un intelletto e lo conduce a scoperte straordinarie. La nostra natura infinita e totale rende viva ogni cosa e la muove secondo le proprie caratteristiche.
La vera conoscenza non è il frutto di un intelletto brillante, ma di una esperienza diretta, senza intelletto o mente, di ciò che siamo veramente. L'Intelletto funziona attraverso concetti e strutture di pensiero, ed è da questi limitato e imprigionato. Più si pensa più ci si perde nei pensieri.
Allora, non fare domande. Ascolta semplicemente. Questa conoscenza non può essere compresa dall'Intelletto, ma la puoi sperimentare rimanendo in silenzio dentro te stesso.
2 commenti:
grazie Giacomo, le cose che scrivi mi tirano via dal mio solito modo di pensare e mi portano in qualche parte di me più profonda.. mi sento ispirata e raccolta.
Paola
Grazie a te che leggi le mie riflessioni che emergono durante la meditazione. In verità esse parlano anche a me e mi portano, come dici tu, dentro me stesso.
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