Nisargadatta afferma:"Quando tu ci sei il mondo c'è. Quando non ci sei, il mondo non c'è".
Facciamo esperienza di questo la notte mentre dormiamo. Non siamo consapevoli del mondo che abbiamo intorno, mentre nel sogno viviamo in un'altra realtà.
La coscienza è la nostra finestra sul mondo, ma non è limpida come il vetro. Essa giudica.
Esiste una bella storia: un rè voleva sapere come viveva la gente della sua città, e mandò un suo ministro in giro per le strade. Questo aveva la tendenza a vedere le cose in modo pessimistico, sfiduciato, a volte lamentoso. Quando torno disse: "Ho visto anziani soffrire, famiglie in grande difficoltà, bambini tristi. La gente sta male, si lamenta, non ha da che vivere, non ce la fa più.". Il rè mandò un altro ministro, conosciuto per la gentilezza del suo animo. Egli tornò e disse: "Ho visto la gente felice. I giovani innamorati, i bambini felici per strada, i genitori fieri di loro, tutti prosperano con il proprio lavoro. La gente è felice."
Ognuno vede ciò che è predisposto a vedere, secondo la propria coscienza. Una coscienza identificata con il corpo e la materialità vedrà solo cibo, denaro, mera sopravvivenza. Una coscienza identificata con i sentimenti vivrà di questi, così come l'identificazione con i pensieri e i processi intellettivi porterà la persona a vedere il mondo attraverso i propri giudizi e preconcetti. Il mondo è lo specchio della nostra coscienza e riflette solo ciò che siamo predisposti a vedere. Noi crediamo di vedere la verità, ma ne vediamo solo una parte, mentre un'altra ci rimane nascosta a causa della coscienza e dei suoi preconcetti.
Occorre andare oltre il piano della coscienza; rendersi conti che non siamo questa coscienza ma che essa è il prodotto del corpo e degli elementi che costituiscono il corpo. Il detto "Siamo quello che mangiano" da questo punto di vista è vero, nel senso che la coscienza viene dal corpo e da ciò che lo nutre, ma noi non siamo la coscienza.
Come realizzare ciò? Quando osservate il mondo, iniziate a guardare chi sta osservando. Cominciate a chiedervi: "Chi sono Io?" mentre osservate il mondo. E' come fare un passo indietro, per vedere chi sta osservando, chi sta vivendo quell'esperienza specifica. Piano piano vi scollerete dalla coscienza e ad un certo punto realizzerete la vostra vera natura. Allora il mondo come l'avete sempre conosciuto scomparirà e realizzerete la Verità.
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