La meditazione può apparire come un'attività di routine per il fatto che dovrebbe essere fatta tutti i giorni, possibilmente alla stessa ora e per lo stesso periodo, ma non è così.
Come un pescatore pur usando gli stessi attrezzi e posizionandosi sempre nello stesso luogo cerca in realtà il pesce più grande, così colui che medita ricerca se stesso ad una profondità sempre maggiore.
Il ricercatore spirituale è animato da una spinta interiore ad andare oltre se stesso, oltre i limiti dell'io individuale. E' determinato, ha una meta precisa, e si spinge in quella direzione. La mente si oppone con tutte le sue forze, cerca di sfuggire, di distrarsi, di disturbare il corpo. Il meditante lotta contro di essa, come nel gioco del tiro alla fune, ed è proprio una questione di forze. Se cede la mente vince ed egli rimane preso dal suo giogo. Se persiste alla fine è la mente a cedere divenendo mansueta e obbediente, e da quel momento inizia la parte migliore della meditazione, quella che conduce alle profondità dell'essere.
La meditazione non è una passeggiata rilassante, ma una battaglia contro i limiti dell'ego. La ricompensa è straordinaria perchè non c'è libertà più grande di quella di poter essere se stessi, liberi dai condizionamenti della mente, dai confini dell'io. Occorre determinazione, spirito di sacrificio e grande forza d'animo perchè le sconfitte e le delusioni saranno tante, ma alla fine questa libertà verrà conquistata, e qualunque prezzo pagato sarà comunque minimo rispetto a questo infinito senso di pace e di realizzazione.
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