Sapere chi siamo è fondamentale per vivere bene la vita.
Il corpo ha i suoi bisogni, le sue pulsioni. La mente le sue nevrosi. Se ci confondiamo con il corpo o la mente saremo loro schiavi. Gandhi diceva che il piacere del cibo non è una conquista ma una schiavitù. Quando il corpo ha fame siamo costretti ad obbedire.
Ma è proprio così? Lo è nella misura in cui siamo identificati con il corpo. Per colui che conosce se stesso non c'è schiavitù. Egli può scegliere se mangiare o digiunare, quando l'uomo comune è costretto a nutrirsi altrimenti pensa di morire.
E cosa dire della mente? Crediamo veri i nostri pensieri, le nostre immaginazioni, i nostri sentimenti... noi siamo al di là di tutto questo e ancora una volta possiamo liberarci da questa identificazione.
Come? Con una semplice domanda: Chi sono Io?
Chi sono mentre mangio, mentre cammino, mentre penso...? Chi sta camminando, mangiando, pensando...? Chi è il soggetto dell'esperienza, colui che sta dietro? Non c'è risposta razionale ma già solo il fatto di porci sopra l'attenzione fa prendere una certa distanza dal corpo e dalla mente. Se posso percepire che sono io che ho fame, o che penso, allora io non sono la fame né il pensiero.
Questo pensare all'indietro è una forma potente di meditazione che conduce fino ai limiti delle possibilità della mente, e a quel punto il velo si squarcia, l'illusione cade, e appare la Verità, ciò che siamo sempre stati e che saremo sempre, al di là del corpo e della mente.
Conoscere e sperimentare questo significa poter guidare la propria vita da un piano spirituale invece che materiale. Tutto ciò che è materia nasce e perisce, ma ciò che è spirituale è al di là dell'esistenza. Vivere la vita quotidiana da quel piano significa saper distinguere ciò che è falso e illusorio da ciò che è vero, e saper scegliere di conseguenza.
Sapere chi siamo è una conoscenza di importanza capitale, grazie alla quale possiamo vivere una vita piena e serena, lucida e consapevole, ricca di amore e di beatitudine.
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