La conoscenza che siamo, la sensazione di essere, ci dà il senso di esistenza, di durata e di dimensione. Noi siamo questo corpo, limitati nello spazio e nel tempo. Identificati con esso, gioiamo e soffriamo degli eventi della vita. Siamo convinti che sopravviviamo grazie ad esso, al cibo e a tutte le cure che gli diamo.
Da dove giunge questa conoscenza? Come abbiamo saputo di essere?
Prima di questa conoscenza cosa eravamo?
Il bambino piccolo non sa di essere. Semplicemente è. Non si pone domande, non riflette su se stesso, non pensa a chi o che cosa lui è. Egli è prima di questa conoscenza. Così è anche il saggio, colui che ha realizzato se stesso. Egli è prima della conoscenza di essere. Ancora meglio: è senza la conoscenza di essere. In lui questa sensazione è svanita nel momento in cui ha realizzato la sua vera natura.
In sanscrito questo stato è chiamato visranti che significa completo riposo, rilassamento totale, assoluta quiete. Le parole visara-anti significano letteralmente 'dimentico di se stesso'.
Questo è lo stato ultimo, il più alto a cui l'uomo possa aspirare, dove la mente non esiste più, perchè mente è tutto ciò che abbiamo raccolto all'esterno, mentre il saggio è libero da ogni concetto e conosce solo se stesso.
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