Quando osserviamo un alba come questa siamo soliti dire: "Che meraviglia!". Da quel momento in poi ci dovremo sempre confrontare con questo termine di giudizio. Ogni successiva alba dovrà confrontarsi con questa, così come questa si è già confrontata con le precedenti.
La mente paragona ogni nuova esperienza a quelle precedenti, e poi la cataloga secondo scale di giudizio personali.
Dove noi giudichiamo, un bambino piccolo semplicemente osserva, e così facendo permette all'esperienza di penetrare ogni cellula del suo essere. L'esperienza sprofonda dentro di lui e lo permea completamente. Lui è quell'esperienza. Noi invece rimaniamo fuori a giudicare, a valutare, e viviamo solo intellettivamente, solo da un punto di vista cognitivo.
Quando un bambino gioca non si chiede: "A cosa mi serve questo gioco?" Semplicemente gioca, senza scopo, senza meta.
Allora, quando siamo vicini ad un bambino che sta osservando qualcosa rimaniamo silenziosi e rispettiamo la sua esperienza totalizzante.
Tutte le esperienze sono già complete così come sono. Non hanno bisogno che noi aggiungiamo o togliamo alcunché. Dio ha dipinto quell'alba e noi dobbiamo solo ammirarla in silenzio, perchè così facendo percepiamo Colui che l'ha creata.
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