In ambito spirituale si distingue tra felicità e beatitudine. La prima giunge dal realizzare le proprie impressioni fisiche e mentali. Quando i desideri latenti nella mente trovano compimento, scaturisce una gioia particolare, così come quando si soddisfa un desiderio sensoriale.
La beatitudine è diversa perchè non giunge dall'esterno ma da dentro. E' il contatto intimo con se stessi, con la propria parte spirituale. L'anima che si raccoglie in se stessa. E' un piacere profondo che non coinvolge la mente né i sensi. E' una fontana che zampilla acqua pura. E' totalmente indifferente e indipendente dal contesto esterno e non ne viene toccata. Non dipende nemmeno dalle condizioni del corpo. Si può essere malati e sofferenti e al tempo stesso beati, come ha insegnato il santo indiano Ramana Maharshi.
Scaturisce dal contatto con se stessi, con quel senso di Io-presenza che è all'origine di tutto. Questo guardarsi dentro porta al dissolvimento dell'Io e come uno spruzzo d'acqua ricade nell'oceano, così l'essere si reimmerge in se stesso e sperimenta un mare di beatitudine.
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