L'identificazione con il corpo è così forte che siamo convinti di essere le esperienze che viviamo. Diciamo: "Sono io che mangio, che rido, che cammino, che penso, che amo..."
Prendiamo "Io sono arrabbiato!". In verità, la rabbia è uno stato psicofisico che accade al corpo-mente. Non ha nulla a che fare con noi. Quando piove non diciamo: "Sono io che faccio piovere". La pioggia fa parta degli eventi della natura, così come la rabbia è una manifestazione del corpo-mente. Dovremmo dire: "In questo momento il corpo-mente prova rabbia" Invece, siamo convinti di essere tale rabbia; ci assumiamo la responsabilità, il carico di quella manifestazione emotiva.
La vita allora diventa pesante perchè carichiamo continuamente i pesi dell'Io. Siamo noi gli originatori di tutto e tutto dipende da noi. L'io al centro dell'Universo.
Gli psicologi hanno dimostrato con un brillante esperimento che questa sensazione è illusoria. L'io arriva dopo che il cervello ha già fatto partire l'azione. Non siamo noi quindi gli originatori.
Siamo osservatori del divenire apparente. Immutabili, fermi, perfetti. Qualunque cosa accada, noi non siamo quella singola esperienza, perchè siamo tutto, siamo l'Assoluto eterno.
Tutte le identità vanno e vengono, nascono e muoiono, e con esse le esperienze singole vissute. Nulla rimane alla fine, tranne l'eterno assoluto che è la nostra vera natura.
In Sanscrito c'è una bellissima espressione: Neti-Neti - non sono questo, non sono quello. E' una pratica spirituale continua, dove lasciamo andare la sensazione di essere noi gli autori delle esperienze che accadono.
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