Esperienza e sperimentatore non sono la stessa cosa. Solitamente ci identifichiamo con le esperienze che facciamo. Diciamo: "Io sono quello" per dire "Io sono un dottore, un commerciante, uno studente, un innamorato..."
Queste sono esperienze. Esperienze del corpo-mente, dell'Io, ma non sono colui che le esperisce. Identificarsi con esse significa perdere se stessi, confondersi con la manifestazione sensoriale.
Se questo ci è chiaro possiamo fare un passo più in là.
Anche colui che esperisce è in realtà un'esperienza.
L'Io, che noi percepiamo come soggetto, è in realtà un'oggetto. Lo sperimentatore viene sperimentato.
Noi ci percepiamo come soggetti ma è un'illusione della coscienza.
L'Io è il nome che il corpo da a se stesso. E' un oggetto percepito, non un soggetto.
Più che "Io penso" dovremmo dire "Io sono pensato".
Chi siamo allora? Siamo ciò che sta al di là e che percepisce l'Io, che percepisce la manifestazione.
Le parole ora mancano. Possiamo andare avanti solo con l'esperienza. Sperimentare chi siamo veramente, e comprendere che non siamo questa psico-identità che agisce e di cui ci prendiamo cura tutto il tempo. L'io è una sovrastruttura del corpo che serve alla sua sopravvivenza.
Noi non dobbiamo sopravvivere perchè siamo eterni.
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