Al mattino quando ci svegliamo giunge la coscienza, il senso di essere, di esserci. Questa ci accompagna per tutta la giornata, silenziosa, in secondo piano, e ci lascia la sera quando ci addormentiamo.
E' così sottile e quasi invisibile che non riusciamo mai a coglierla pienamente, e ci siamo abituati ad essa, alla sua presenza. Ci siamo identificati con essa e crediamo di essere.
"Io sono" è il costrutto alla base della coscienza. Un'increspatura, un onda sul movimento della vita. Non ci chiediamo mai cosa essa sia, da dove venga, e soprattutto se è veramente questa ciò che siamo. Lei giunge la mattina e noi la accogliamo riconoscendola come noi stessi. Nessuno l'ha mai messa in dubbio, tutti la vivono allo stesso modo, per cui ci appare normale.
Cos'è questa coscienza? E' un prodotto del corpo. Questo insieme di miliardi di cellule ed organismi viventi altamente organizzato e strutturato forma una sensazione di insieme, di tutto, che è appunto la coscienza di essere un'unità a se stante, indipendente e autonoma. La coscienza quindi appartiene al corpo e se ne andrà con esso.
Noi cosa siamo allora? Noi possiamo osservare questa coscienza, rendercene conto. E' la dimostrazione che non siamo essa, proprio perchè possiamo osservarla.
Fate un passo indietro e osservate questa sensazione di esserci. Studiatela durante la giornata, mentre siete impegnati nelle vostre faccende quotidiane. Ad un certo punto vi renderete conto che è superflua, nel senso che voi potete essere senza di essa. E' il primo passo verso il riassorbimento. L'onda si calma e torna piatta, torna mare.
Nessun commento:
Posta un commento