Chi sono Io?

Chi sono Io?
la via della meditazione e dell'Intensivo di Illuminazione

20 ottobre 2011

Lasciare andare

Condividiamo con gli altri esseri viventi il bisogno di trattenere la vita. Gli alberi trattengono la terra con le radici; gli animali il cibo, la tana, il territorio, e noi esseri umani tratteniamo gli oggetti, le persone, gli affetti, i pensieri.
Tratteniamo nella convinzione che la vita debba rimanere con noi a tutti i costi. La donna che non lascia andare il suo uomo è convinta che non può sopravvivere senza di lui. Anche i bambini trattengono; fanno fatica a condividere i propri giochi o i propri spazi perché sentono di perdere qualcosa.
Tratteniamo la vita perché convinti che se la lasciamo libera essa se ne andrà. Così a volte ci accaniamo oltre ogni limite ragionevole, come quando vogliamo che i nostri cari ammalati e sofferenti rimangano comunque con noi.
E' un bisogno che nasce dall'Io stesso che vuole sopravvivere. A volte lo scambiamo per amore, per compassione, per aiuto, ma alla base è un impulso egoistico; agiamo per soddisfare un nostro bisogno.
Eppure, così facendo otteniamo nella maggior parte delle volte l'effetto contrario, proprio quello che vorremmo evitare. La gelosia porta proprio all'abbandono, così come il possesso conduce a perdere le cose che ci sono care.
Perché? Perché la vita non può essere fermata né trattenuta. La vita scorre ed è più forte della nostra volontà. Lo vediamo bene quando giunge la nostra ora. Nulla può impedirla.
Cosa fare allora? Addestrarci a lasciare andare, a permettere che la vita fluisca come deve, senza fermarla o trattenerla. E' un addestramento continuo, che serve per la vita ma anche per la morte, perché alla fine dovremo comunque lasciare tutto. E allora prepariamoci sin da ora, in modo che quando sarà il momento, lo affronteremo serenamente.
Ecco una bella storia: un bambino chiede a sua madre: "Mamma, come devo fare per far sì che i miei amici rimangano con me per sempre?" e la madre risponde: "Per tenere della sabbia in mano, se stringi a pugno la perdi tutta, ma se tieni il palmo aperto verso l'alto, un po' cadrà, ma un po' si fermerà spontaneamente."

2 commenti:

Marcello Patetta ha detto...

che bella l'ultima parte...

Anonimo ha detto...

Pensiero vero e profondo.