Qualunque cosa percepisco presuppone qualcuno che percepisce, un soggetto che sta dietro a tutto e che identifico con 'me'. Questa è una certezza, una conoscenza che non è pensata o ragionata, né intuita; semplicemente è così. Io sono e percepisco.
Senza questo soggetto non c'è percezione. Durante il sonno profondo ad esempio qualunque cosa accade intorno a me non la percepisco, e quindi per me non esiste. Se una zanzara mi punge non l'avverto. Se una persona mi parla non la sento, e così via.
Il mondo è se io sono. Non c'è mondo oggettivo lì fuori. C'è solo una proiezione di me stesso.
Questo 'me' tuttavia è falso; è nuovamente una percezione del sistema nervoso che ha bisogno di un centro per garantire meglio la sopravvivenza.
Questo centro non sono io. Non c'è un'individualità che è 'me'.
Ciò che realmente sono è prima di questa coscienza che percepisce. Prima di colui che vede, sente, tocca... prima di qualunque cosa.
Per giungere lì devo rimanere fermo in questo soggetto che percepisce, in questa coscienza che chiamo 'me', senza fare nulla, senza alcuna aspettativa o desiderio. Rimanendo completamente fermo essa si dissolve e ciò che appare è al di là di qualunque descrizione o percezione. Semplicemente è.
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