Questa mattina in meditazione mi sento stretto dentro una camicia di forza. Prigioniero di qualcosa che mi tiene fermo a seguire all'infinito sempre le stesse strade. Mi sento rigido dentro i miei ruoli... padre, marito, amico, uomo... sempre la stessa parte all'infinito.
Respiro, e mi apro... e il processo inizia. Catene su catene, sbarre su sbarre di condizionamenti. Tutto ciò che mi è stato detto che sono, e a cui ho creduto. Tutto ciò che arriva dalla mia famiglia, dalla linea genetica, dall'ambiente, dalla cultura... e come cerchi concentrici e sempre più ampi, emergono anelli di condizionamenti sempre più impersonali seppur reali.
Sono la somma di tutti questi condizionamenti. Il mio margine di essere, di pensiero e di azione è delimitato da ciò che tutti hanno deciso di me e della mia realtà.
Senso di costrizione, rabbia, frustrazione... mi dibatto perchè so che non sono questo.
Nulla. Più scuoto più la gabbia si irrigidisce.
Respiro... mi apro... e appare un'altra strada, un'altra possibilità. Io sono tutto questo. Accolgo tutto questo grande movimento senza porre resistenza, e all'improvviso la porta si apre!
Volo via felice e senza confini.
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