Ci autolimitiamo identificandoci e credendo di essere questa piccola entità che chiamiamo 'Io'. Ci limitiamo nel corpo e diveniamo fragili e mortali. Ci limitiamo nei pensieri, come l'acqua in un canale, e rimaniamo rigidi nelle nostre strutture mentali.
E' tempo di abbandonare questo falso sé. Non ha una vera utilità e rappresenta solo un limite al nostro essere.
Da dove iniziare? Dalla domanda "Chi sono Io?" e dal porre la nostra attenzione su quel senso di 'noi', di 'me' che sta dietro ad ogni percezione, ogni pensiero, ogni azione. Mantenendo a lungo l'attenzione sull'io, gradualmente la propria attitudine verso il mondo, gli eventi, la gente, cambierà. Ci si sentirà meno identificati, meno presi dalle cose del mondo, e mentre si procede nella quotidianità la mente rimarrà via via sempre più calma e imperturbabile. In parole semplici: si rimarrà nel proprio 'centro' senza più perderlo. La mente tornerà alla sua sorgente e il pensare cesserà. E una volta stabili nel centro, anche questo svanirà perché in verità non c'è nessun centro, ma solo un puro essere infinito ed illimitato che è sempre presente ma offuscato dalle false identificazioni con il corpo e la mente. Il pensiero 'Io' si dissolve, il senso di invididualità scompare, e con essa tutti i confini. Ciò che appare a quel punto è ciò che siamo sempre stati e che saremo sempre. Puro essere.
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