La mattina appena svegli ci giunge una sensazione familiare; l'io, noi stessi.
E' una sensazione che riconosciamo perchè è sempre uguale a se stessa e da sempre ci accompagna fedele. Sappiamo di esserci, e ciò di dà conforto e sicurezza.
Non conoscendo la nostra vera natura, confondiamo questa coscienza-io con noi stessi, e cominciamo ad occuparcene. La sopravvivenza, l'esistere, diventa il nostro scopo e tutte le energie vengono spese per prenderci cura di questo io che deve sopravvivere.
La sua sopravvivenza è egocentrica e ai limiti egoistica. L'Io vede solo se stesso, e se vede l'altro, lo vede solo per soddisfare i propri scopi. Una volta che questa coscienza-io è conscia di se stessa inizia a vedere certi oggetti come suoi e combatterà per questi cercando di proteggere quelli che considera suoi o cercando di appropriarsi degli altri. Ciò vale anche e soprattutto per le persone.
Appare così una realtà che è in verità un punto di vista molto egocentrico, un sogno della coscienza che immagina di dover esistere e sopravvivere.
Come uscirne? Come risvegliarsi?
Un primo passo consiste nel rendersi conto dell'illusorietà di questa coscienza-io e dell'errore di credere di essere lei, o che lei sia noi.
A quel punto appare una scelta: prenderci cura di questo 'Io' oppure ignorarlo e occuparci della nostra vera natura, quella coscienza universale dove i concetti di 'me' e di 'mio' non esistono.
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